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Il Molise dal punto di vista vitivinicolo, allo stato attuale, si presenta come una piccola regione con una identità ancora poco definita, tuttavia il legame storico tra territorio e coltivazione della vite è sempre stato molto forte: un binomio confermato anche dai commerci che si facevano anche i epoca medievale.
Per molti anni la produzione vitivinicola di questa regione si è concentrata soprattutto sulla quantità; ora cerca di farsi spazio ed emergere una politica enologica che punta sulla qualità, cercando di ricoprire i vitigni autoctoni. Oggi la viticoltura molisana conta su circa 6000 ettari vitati, 200 dei quali iscritti ai registri della DOC Biferno e DOC Molise, ed è concentrata soprattutto nella zona collinare a ridosso dell’Adriatico, che vede una produzione complessiva di 320.000 ettolitri di vino di cui 10 000 sono DOC.
Circa l’80% della produzione è circoscritta nella zona di Campomarino e più indietro verso Portocannone, San Martino in Pensili e Larino, in provincia di Campobasso.
I vini molisani fanno leva su alcuni grandi vitigni del Centrosud: l’Aglianico e il Montepulciano tra i rossi, con innesti sempre più frequenti di uve internazionali, il Greco, il Fiano, la Falanghina, oltre al Trebbiano per i bianchi.
A questi grandi classici si aggiunge un’interessante novità che sta divenendo la punta di diamante del Molise: la Tintilia, un vitigno rosso di antica tradizione, di buona struttura. Da questa uva si ottiene un vino dai suadenti snetori speziati, su cui si sta puntando a rilanciare il Molise tra i grandi del vino.
Quello che si sta realizzando in Molise è un percorso di crescita, in salita ma che grazie all’apporto tecnico di una nuova generazione di enologi e all’impegno dei produttori, sta iniziando ad ottenere i primi successi.
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